E’ capitato a tutti di incappare in una pubblicità di finanziamenti a tasso zero, scoprendo immancabilmente che la possibilità di usufruirne era legata all’acquisto di un determinato bene. Ma perché non esistono prestiti personali a tasso zero? Per il semplice fatto che chi presta del denaro si assume un certo rischio a fronte della prospettiva di ottenere un guadagno e mentre sulla vendita di un bene, attraverso le commissioni sostenute dal venditore, il guadagno c’è comunque, nel caso del prestito personale questo aspetto verrebbe a mancare (vedi Come ottenere un prestito).
Quindi in sintesi, le banche e le finanziarie difficilmente offrono prestiti personali a tasso zero perché non convengono!
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Ma anche nel caso del finanziamento finalizzato a tasso zero, molte volte controllando in modo scrupoloso il preventivo, ci si rende facilmente conto che l’operazione porta a un esborso maggiore di quanto ricevuto.
Purtroppo la paura di perdere la possibilità di acquistare un prodotto a condizioni imbattibili (ad esempio con la consegna gratuita se l’acquisto viene fatto on line o in un periodo promozionale, oppure con un forte sconto sul prezzo), normalmente spinge a firmare la richiesta del prestito senza aver confrontato prima diversi preventivi.
Le finanziarie e le banche sono state spesso riprese dalle autorità competenti per la tendenza a porre l’accento sul Tan e di rendere poco visibile il Taeg che è l’indice sintetico del costo dell’operazione, e racchiude la maggior parte delle voci che porteranno ad un esborso (vedi anche Tasso usuraio).
Per cui su un preventivo con tan pari a zero si intravede nella maggior parte dei casi un taeg che invece è maggiore di zero, a volte anche di qualche punto percentuale. Non bisogna credere alla spiegazione che si tratta dell’imposta di bollo applicata per legge sull’operazione dato che questo genere di costi è tra i pochi che non rientrano nel calcolo del taeg.
Invece, con molta probabilità, si tratta di spese fisse come quelle di istruttoria.
Il pretendere un tasso zero puro non è in linea con gli interessi dell’istituto finanziatore, tuttavia, su grandi volumi di vendite, si può ottenere una situazione molto vicina al vero tasso zero. Quando capita una proposta di questo tipo bisogna accettare di pagare le spese di istruttoria o gestione della pratica, che si aggirano intorno a qualche decina di euro, mentre bisognerebbe probabilmente evitare i finanziamenti che presentano delle spese di incasso rid troppo elevate.
Ad esempio su una rata di 50 euro, si potrebbe arrivare a pagare mensilmente tra gli 8 e i 10 euro di spese, che rappresentano un 20% sostenuto ogni mese a titolo di sole spese.
Ovviamente non mancano possibilità di sfruttare invece reali rateizzazioni prive di costi e con Taeg pari a 0.
La forma
La prima e principale condizione è che il preventivo debba essere consegnato in “forma scritta”. Ciò vale tanto nella richiesta del prestito personale che di quello finalizzato all’acquisto di un bene o un servizio. Se chi effettua il calcolo dà delle informazioni a voce, oppure scritte di proprio pugno, bisogna sapere che non si tratterà affatto di un vero preventivo. Il calcolo deve essere fatto tramite un apposito software su moduli che abbiano ottenuto l’autorizzazione da parte dell’authority preposta. In caso contrario va chiesto in modo specifico di riformulare il preventivo così come impone la normativa.
Se questa richiesta non dovesse essere soddisfatta, allora è meglio non procedere e fare una segnalazione, sia alla direzione della banca o della finanziaria (allegando fotocopia del preventivo scritto a mano su un qualsiasi foglio di carta, ecc) che all’arbitrato bancario. Di norma questo tipo di problema non si ha con le banche come Unicredit, Bnl, Cariparma, Credem, ecc, ma si può verificare con le finanziarie minori.
Il fatto che si richieda un preventivo on line non deve fare alcuna differenza. Tra l’altro gli Istituti di credito e le finanziarie (come Findomestic, Agos, ecc) che permettono di procedere via web, sono organizzate per offrire preventivi in regola con le disposizioni di legge.
Qui però si può avere un po’ di confusione nel caso in cui, dopo aver richiesto un calcolo tramite gli appositi tool (tipo calcola rata), si voglia procedere pensando di aver ottenuto allo stesso tempo un vero preventivo. Il modo giusto di procedere è:
Il fatto che dal preventivo emerga che si hanno tutte le condizioni necessarie e sufficienti per ottenere la somma richiesta, non indica che il prestito, dopo la fase di valutazione, venga ‘obbligatoriamente’ erogato.
Ci sono infatti tantissime altre informazioni che la banca vaglierà una volta ottenuta la documentazione tra le quali:
In alcuni casi il “rifiuto” può essere gestito e portato in positivo, mentre in altri casi bisogna ‘aggiustare’ la causa che ha generato il rifiuto, e poi tornare a fare una nuova richiesta.